Acceleratore lineare con tre livelli di energia a fotoni per la Radioterapia dell’ospedale San Donato

Arezzo, 23 giugno 2020 – Nei mesi dell’emergenza Covid il Servizio Radioterapico non si era mai interrotto era, però, stato trasferito dal San Donato, Ospedale Covid, alla Gruccia in Valdarno.

In questi tutti i servizi sono rientrati e sono riprese regolarmente le attività del reparto di radioterapia, diretto dal dott. Enrico Tucci, che ha in dotazione una nuova e potente tecnologia che migliora notevolmente le capacità di cura: un Acceleratore lineare con tre livelli di energia a fotoni collimatore multi lamellare da 120 lamelle.

“In questi mesi – dichiara il Direttore generale della USL TSE Antonio D’Urso – le strumentazioni radioterapiche del San Donato e dell’Ospedale del Valdarno sono state potenziate. Un investimento di circa un milione di euro interamente sostenuto dalla nostra azienda che ha dotato i due plessi ospedalieri di strumentazioni di altissimo livello sia tecnologico che sanitario. Una strumentazione in grado di realizzare qualsiasi trattamento radiante su qualsiasi indicazione posta dal reparto dai Radioterapisti.

In passato per effettuare questi interventi eravamo costretti ad inviare i pazienti in altri ospedali, questa nuova strumentazione ci permette anche un maggior numero di trattamenti che spesso sono legati a necessità di urgenza e precisione.

Per garantire la massima efficienza verso i pazienti il nuovo acceleratore sarà operativo dodici ore al giorno, questo, nonostante le disposizioni di distanziamento e sicurezza, ci permetterà di rispondere a tutte le richieste. Basti pensare che tra Arezzo e Valdarno sono circa 800 i pazienti all’anno che utilizzano questi strumenti.

In queste settimane – conclude il DG Antonio D’Urso – il reparto di Radioterapia non si era mai fermato e i nostri tecnici hanno lavorato per calibrare tutte le tecnologie, sono state valutate la funzionalità della macchina e la sua aderenza e compatibilità alle terapie”.

L’Acceleratore è una macchina molto veloce molto precisa, la sua particolarità sta nella sua precisione e potenza. È in grado di operare su volumi bersaglio anche di pochi millimetri ed è dotata di fasci che hanno un dose rate più che doppio rispetto a prima.

La macchina è in grado di inviare alla zona tumorale fino a 1.400 unità monitor (cGy) al minuto (contro i 600 di prima), quindi la velocità di erogazione è più che raddoppiata, ed è in grado di irradiare qualsiasi bersaglio in qualsiasi parte del corpo, lavorando su bersagli estremamente piccoli in cui è richiesta massima precisione per la vicinanza di organi sani e delicati.

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