22enne con voluminosa cisti nella milza partorisce con successo a Torino. È il secondo caso al mondo

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La difficoltà di questo evento è dovuto alla mancanza di Linee guida, considerata la rarità del caso e la eterogeneità dei trattamenti messi in atto. Intervento di successo grazie alle eccellenze multispecialistiche medico-sanitarie della Città della Salute di Torino

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Torino, 16 maggio 2019 – Una staffetta medica multidisciplinare degli ospedali Sant’Anna e Molinette della Città della Salute di Torino salva una giovane mamma e la neonata. Il parto è avvenuto con successo la notte scorsa, nonostante la paziente avesse una cisti di ben 18 cm nella milza in gravidanza.

Da letteratura mondiale questo è il secondo caso di questo tipo di parto spontaneo a termine di gravidanza con esito favorevole per la madre e per il feto. Nel primo caso la cisti era di 13 cm. Le cisti spleniche in gravidanza sono estremamente rare (8 casi descritti finora dalla letteratura scientifica mondiale), gravate da un rischio di elevata mortalità feto neonatale e materna in caso di rottura della cisti stessa.

In questo caso in corso di ecografia ostetrica alla 32^ settimana di gravidanza era stata rilevata una voluminosa formazione cistica asintomatica situata nella milza che spostava addirittura il rene e l’utero. Subito dopo la donna di 22 anni della provincia di Torino, primipara, era stata ricoverata presso la Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria dell’ospedale Sant’Anna (diretta dal professor Guido Menato) e successivamente – per approfondire e meglio definire la natura della formazione – era stata trasferita presso la Chirurgia generale d’urgenza 3 dell’ospedale Molinette, diretta dal dott. Paolo De Paolis.

Durante questo ricovero è stata eseguita una RMN ed è stata posta diagnosi di cisti splenica del diametro di 18 cm. I rischi più grandi erano la rottura o l’infezione della cisti stessa con la conseguente necessità di un parto pretermine d’urgenza alle Molinette stesse, ospedale sicuramente non avvezzo ai parti. Per questo motivo era stato attivato un team multidisciplinare tra i due ospedali (ostetriche, ginecologi, neonatologi, chirurghi generali ed anestesisti) che fosse pronto h24 per gestire questa eventualità.

Terminati gli accertamenti e capita la natura della formazione, la signora è stata nuovamente trasferita e ricoverata presso la Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria del prof. Menato per monitorare le condizioni fetali e materne e stabilire l’iter terapeutico. Si trattava infatti di decidere innanzitutto il tipo di parto (spontaneo o taglio cesareo), il momento del parto (prima del termine o a termine) e l’eventuale contestuale asportazione chirurgica della milza.

Finora un solo caso in letteratura mondiale descritto nel 2016 aveva previsto un parto spontaneo a termine di gravidanza con esito favorevole per la madre e per il feto.

A seguito di riunioni congiunte con tutta l’équipe medica multidisciplinare (ostetriche, ginecologi, neonatologi, chirurghi generali e anestesisti) è stato deciso – visto il rischio di rottura spontanea della cisti e l’elevato rischio ostetrico in caso di taglio cesareo – per il parto spontaneo.
Questa decisione ha comportato un imponente lavoro di organizzazione che ha coinvolto: le ostetriche del reparto, le ostetriche della sala parto, le ostetriche della sala cesarei, i ginecologi, gli anestesisti, i neonatologi e i chirurghi generali dell’ospedale Molinette.

Allo scopo di ridurre al minimo le gravi conseguenze – per la madre e per il feto – legate ad una rottura della milza, si é deciso di allestire una sala travaglio all’interno della sala operatoria, al fine di minimizzare i tempi di un eventuale intervento di chirurgia d’emergenza. Tutto ciò ha comportato un grosso impegno organizzativo da parte dell’intero team assistenziale.

A 38 settimane il parto è avvenuto con successo in modo spontaneo dopo 6 ore di travaglio ed è nata una bimba di 2.990 gr in ottime condizioni, che attualmente è ricoverata presso la Neonatologia universitaria, diretta dal prof. Enrico Bertino.
La difficoltà di questo evento è dovuto alla mancanza di Linee guida, considerata la rarità del caso e la eterogeneità dei trattamenti messi in atto. Tutto è bene ciò che finisce bene, grazie alle eccellenze multispecialistiche medico-sanitarie della Città della Salute di Torino.

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