Robot Mako: alta tecnologia all’ospedale di Arezzo per la chirurgia protesica in ortopedia

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L’ospedale aretino diventa il primo centro europeo per la differenziazione degli interventi effettuati con la robotica

mako-arezzo-2Arezzo, 5 ottobre 2016 – Dopo il Da Vinci, al San Donato arriva anche il robot Mako per la protesica ortopedica. Una implementazione dell’ospedale di Arezzo che ne fa il primo centro europeo per il più alto numero di differenti interventi robotici: adesso nel nosocomio aretino possono essere eseguiti tutti i tipi di intervento con la robotica, escluso il solo torace mediastino.

Le ultime novità sono state presentate proprio stamani alla stampa alla presenza dell’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, che ha detto: “Investiamo sempre di più in alta tecnologia ed è la direzione regionale ad avere in mano la regia per far sì che robot come questi vengano utilizzati al massimo da un’equipe specializzata e collocati dove saranno in grado di dare effettive risposte ai cittadini”.

È stato illustrato il sistema RIO, una piattaforma robotica ad alta tecnologia per la chirurgia protesica in ortopedia.

mako-arezzo-1La piattaforma robotica per ortopedia protesica MAKO surgical (modello RIO System) è stato in funzione all’ospedale di Sansepolcro dal 2014, prima struttura pubblica in Toscana ad utilizzarlo e seconda in Italia (dopo Modena). Presso l’ospedale della Valtiberina fino ad oggi sono state impiantate 227 protesi con tecnica robotica, di cui 125 all’anca e 102 ginocchia con ottimi risultati.

“In due anni di utilizzo del robot in ortopedia si è potuto evidenziare – specifica il direttore dell’azienda Usl Sud Est Enrico Desideri – oltre ad un miglioramento nella esecuzione degli interventi chirurgici e sulla convalescenza e riabilitazione dei pazienti, anche un risparmio sui costi, poiché diminuiscono i tempi della degenza in ospedale e quelli della riabilitazione”.

Di norma la chirurgia protesica ortopedica viene eseguita con tecnologie tradizionali o con l’ausilio di sistemi di navigazione. La robotica risulta essere un grande passo avanti rispetto alla navigazione in termini di precisione e riproducibilità.

Adesso da una piattaforma robotica si passa a due piattaforme, collocate presso la sala operatoria ortopedica della Gruccia e presso il polo robotico delle sale operatorie del San Donato per dare continuità al progetto portato avanti dai due ortopedici Patrizio Caldora e Luigi Ciampalini.

RIO è un braccio robotico, che permette di riprodurre sul paziente ciò che il chirurgo ha pianificato con estrema precisione sul software, eliminando l’errore umano.

“Il gesto chirurgico – ha spiegato il dott. Patrizio Caldora – effettuato con il braccio robotico ha un margine di errore di un millimetro, oltre il quale il sistema si arresta, evitando danni potenziali ad arterie, vene e nervi”.

Le visualizzazioni hanno una riproducibilità anche tridimensionale del planning e dell’immagine intraoperatoria e tengono in considerazione l’anatomia specifica di ogni paziente, il bilanciamento legamentoso dell’articolazione, lo spessore della cartilagine, l’orientamento, lo scorrimento e l’accoppiamento tra le componenti protesiche.

“Grazie a questo robot – precisa il dott. Luigi Ciampalini – mettiamo delle protesi che funzionano meglio, che si usurano di meno e quindi durano di più nel tempo”.

Viene utilizzato per interventi su artrosi primaria e secondaria. Garantisce un’elevatissima precisione e riproducibilità del gesto chirurgico, minore sanguinamento, tempi di degenza minori, rischi più bassi di infezione post-operatoria, tempi di recupero più veloci, migliore mobilità e qualità della vita, ma soprattutto, seppur da verificare, una più lunga sopravvivenza delle protesi impiantate con robotica rispetto al metodo tradizionale.

fonte: ufficio stampa

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