Prelievo di tessuto ovarico per preservare la fertilità in caso di tumore

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L’ospedale di Arezzo in prima linea con una rete clinica integrata per la cura dei tumori e la fertilità. In campo: Oncologia medica, Ginecologia e Ostetricia, Rete della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)

chirurghi-medici-ospedaleArezzo, 20 gennaio 2017 – L’ospedale di Arezzo e le reti cliniche integrate, in prima linea per restituire alle giovani donne colpite da tumore alla mammella la possibilità di avere figli, attraverso il prelievo e la conservazione del tessuto ovarico.

È proprio dei giorni scorsi la notizia del primo intervento di questo tipo nella Asl sud est effettuato all’ospedale di Grosseto e adesso si ripete ad Arezzo su una donna di 25 anni, colpita da tumore mammario. Questa procedura, altamente innovativa, ad oggi, è stata effettuata in poche centinaia di casi e rappresenta un passo avanti importantissimo nella presa in carico delle donne in età fertile, colpite da tumore alla mammella, anche per quanto riguarda il loro futuro e il loro ritorno alla normalità.

Nel caso delle giovane aretina, il prelievo e la conservazione del tessuto ovarico, una volta terminate le cure e superata la malattia, le permetterà, se sarà necessario, di effettuare un reimpianto e ottenere cellule sane per una possibile gravidanza. La chemioterapia postoperatoria a cui sarà sottoposta, infatti, comporta il rischio (circa il 20 % in donne con età inferiore a 30 anni e fino all’80 % in donne di 40 anni), di ledere la funzione ovarica e quindi la fertilità.

Data la giovane età della paziente e la necessità di iniziare quanto prima la chemioterapia, è stato attivato il percorso multidisciplinare della “onco-fertilità”, una rete integrata che coinvolge, oltre al Dipartimento oncologico, anche quello chirurgico e materno-infantile, nonché le reti e il Centro per la PMA dell’ospedale di Cortona, la struttura di riferimento per tutta la Asl sud est.

In questa situazione il fattore tempo, l’efficienza e il coordinamento del percorso, rivestono un ruolo fondamentale, infatti in brevissimo tempo il caso è stato discusso con il dott. Tommaso Amato del gruppo oncologico di Arezzo, il prof. Luca Mencaglia, direttore della Rete PMA della Asl, e con il dott. Franco Lelli, direttore della di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Arezzo; è stato quindi deciso di effettuare, prima della terapia, il prelievo di tessuto ovarico da conservare.

“Una collaborazione tra unità operative – ha evidenziato Lelli – che ha permesso di preservare la fertilità di questa giovane donna. Infatti durante la stessa seduta operatoria oncologica al seno abbiamo prelevato tessuto ovarico in laparoscopia che verrà congelato e conservato al Centro PMA di Cortona”.

“Questo evento è particolarmente importante nell’ottica della Rete PMA della Sud Est – ha affermato Mencaglia – che permette a tutti e 25 i presidi Ospedalieri della Usl di usufruire di questo servizio senza che la paziente o il paziente debba spostarsi dal suo Ospedale e che il prelievo di tessuto ovarico o di tessuto testicolare possa essere fatto durante lo stesso intervento necessario per risolvere la patologia tumorale”.

“Una possibilità per i cittadini del territorio della Asl sud est, ma anche delle province limitrofe – ha dichiarato la dott.ssa Daniela Matarrese, direttore della rete ospedaliera della Asl – che non dovranno sottoporsi a faticosi spostamenti nei centri regionali e nazionali di riferimento. Infatti, molte richieste stanno già arrivando da fuori Azienda e da fuori Toscana”.

Considerando che circa l’11% delle nuove diagnosi di tumore della mammella riguardano donne con età inferiore a 40 anni e che le percentuali di guarigione sono tra il 40 ed il 95% a seconda dello stadio e delle caratteristiche del tumore, è fondamentale garantire ai pazienti la massima possibilità di procreazione negli anni futuri.

fonte: ufficio stampa

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