PMA: un’indagine rivela che spesso i pazienti abbandonano i trattamenti a causa del rapporto col medico

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Presentati i risultati al V Corso di Medicina della Riproduzione “I rischi e i problemi nella pratica dell’infertilità”.
Le cause dell’abbandono dei trattamenti di PMA dipendono al 40% dal rapporto medico-coppia infertile. Saper ascoltare i bisogni dei pazienti è fondamentale per costruire l’alleanza

Roma, 15 giugno 2015 – Il rapporto tra medico e coppia infertile al centro del V Corso di Medicina della Riproduzione del Centro GENESIS di Roma diretto dal prof. Claudio Manna, Ricercatore presso l’Università Tor Vergata di Roma. Il dato di partenza dell’indagine, condotta sui 70 specialisti ginecologi intervenuti all’evento, evidenzia come solo il 28% delle coppie che si rivolge la prima volta ai ginecologi per un problema di infertilità ritorna quasi sempre dopo il primo appuntamento. Per il 16% dei medici intervistati l’abbandono dopo il primo colloquio è frequente o molto frequente. Nel 40% dei casi, i motivi dell’abbandono sembrano essere legati al rapporto medico-paziente.

Obiettivo principale dell’indagine condotta dal Centro GENESIS quello di aprire al confronto e alla condivisione di esperienze tra medici per migliorare l’approccio ai pazienti che si rivolgono alla PMA e favorire l’aderenza alle terapie. Secondo recenti studi, infatti, si stima che il 40% delle coppie abbandoni il percorso di PMA dopo il primo tentativo fallito, sebbene la pratica clinica dimostri che le probabilità di successo cumulativo aumentano significativamente facendo più tentativi.

Per il 48% dei medici intervistati, il fenomeno dell’abbandono dei trattamenti deriva da fattori economici, mentre il 24% lo attribuisce a problemi di tipo strettamente medico, quali diagnosi o terapia non risolutiva. Da sottolineare che quasi il 40% delle possibilità indicate quali cause dell’abbandono delle coppie ruota proprio attorno al rapporto medico-paziente: l’atteggiamento o il carattere del medico (12%); la sua mancanza di ascolto (12%); la mancanza di fiducia del paziente (12%). Solo nel 3% dei casi subentrano fattori personali del paziente.

“Secondo gli specialisti che hanno preso parte all’indagine – spiega il Prof. Manna – ‘saper ascoltare i bisogni’ è, in quasi il 90% dei casi, la chiave risolutiva per facilitare l’alleanza con il paziente; seguono nella classifica il fatto di ‘essere sempre disponibili’ e la ‘condivisione di soluzioni’, rispettivamente segnalati al 44% e al 40%. Di contro, ad ostacolare l’alleanza si collocano l‘essere frettolosi’ (68%), il ‘non ascoltare i bisogni’ (60%) e l’‘imporre soluzioni’ (44%)”.

Dati che fanno emergere con forza la consapevolezza dell’importanza del dialogo per instaurare un buon rapporto con la coppia in procinto di intraprendere il percorso di PMA, realizzando così il proprio progetto genitoriale.

Il Corso, infine, è stato un importante momento per fare il punto sulle novità terapeutiche e diagnostiche alla luce delle recenti novità legislative, oltre che un punto di partenza nell’individuazione di soluzioni efficaci nel risolvere le difficoltà che emergono nella relazione coppia-medici. L’indagine rivolta agli specialisti è un primo passo in questo senso, parte di un progetto più ampio e articolato, già avviato in collaborazione con l’Associazione di pazienti Fertilità Onlus, che prevede la raccolta e l’analisi delle risposte di un questionario simile da parte dei pazienti intenzionati a intraprendere un percorso di PMA. Dati alla mano, sarà possibile confrontare – e forse smantellare – alcune convinzioni, sensazioni e motivazioni.

fonte: ufficio stampa

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