Nuovo Day Hospital oncologico centralizzato della Breast Unit della Città della Salute di Torino

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breast-unit-citta-della-salute-torino-2Torino, 22 novembre 2016 – È stato inaugurato il nuovo Day Hospital oncologico centralizzato della Breast Unit della Città della Salute di Torino. 18 nuovi posti di Day Hospital, nuovissime tecnologie per un costo complessivo di circa 80mila euro, ma soprattutto un team di professionisti dedicati alla donna per seguirla dall’inizio alla fine del proprio percorso terapeutico. Il tutto condito con una base di umanizzazione degli ambienti, con la stanze decorate con colori arcobaleno e disegni legati alla natura.

Nel nostro Paese vivono più di 522mila donne con tumore del seno. 48mila sono i nuovi casi diagnosticati ogni anno, dei quali oltre 3mila solo in Piemonte. Considerando l’intera popolazione, escludendo i carcinomi della cute, per incidenza il tumore in assoluto più frequente è quello della mammella (14%), seguito dal tumore del colon retto (13%), della prostata (11% solo nel sesso maschile) e del polmone (11%). I 5 tumori più frequentemente diagnosticati tra le donne sono il tumore della mammella (29%), il tumore del colon-retto (13%), il tumore del polmone (6%), il tumore della tiroide (5%) e quello del collo dell’utero (5%).

breast-unit-citta-della-salute-torino-1Il cancro della mammella rappresenta il tumore più frequente tra le under 50 (41%), nella classe d’età compresa fra 50 e 69 anni (35%) e nelle over 70 (21%). La sopravvivenza è aumentata nel corso del tempo e cambia, migliorando, man mano che ci si allontana dal momento della diagnosi. È particolarmente elevata la sopravvivenza dopo un quinquennio proprio in tumori frequenti come quello del seno (87%). Merito soprattutto della maggiore adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, di Centri specializzati come quello di Città della Salute e della maggiore efficacia delle terapie. Molti tumori potrebbero, infatti, essere prevenuti o diagnosticati in tempo se tutti adottassero stili di vita corretti ed aderissero ai protocolli di screening e diagnosi precoce.

“Il tumore al seno è una patologia che coinvolge in modo totale la donna in tutti i suoi ruoli, nella sua stessa identità e femminilità. Per questo abbiamo voluto creare un luogo pensato per lei e per la sua presa in carico a 360 gradi – dagli aspetti sociali a quelli psicologici e relazionali – nell’ottica di una reale umanizzazione delle cure” affermano i capofila di questo progetto, il dott. Libero Ciuffreda e il dott. Mario Airoldi, rispettivamente Direttore di Oncologia 1 e di Oncologia 2, afferenti al Dipartimento Oncologia della Città della Salute di Torino, diretto dal prof. Umberto Ricardi.

Decidere di attivare un servizio unificato, dal punto di vista logistico ed organizzativo – in via Cherasco 23 – destinandolo a tutte le pazienti prima seguite nelle tre diverse sedi (in parte al Sant’Anna, in parte al Day Hospital di Airoldi ed in parte presso la Struttura diretta dalla dott.ssa Michela Donadio), da un lato permetterà di evitare sprechi e inefficienze, dall’altro lato consentirà di curare e trattare al meglio le donne piemontesi.

Oggi, infatti, a fianco di terapie sempre più complesse e mirate che consentono di raggiungere risultati insperati fino a pochi anni fa – come una sopravvivenza intorno all’85% dei casi – si sta diffondendo un approccio multidisciplinare al trattamento della donna. La diffusione sul territorio di centri di senologia o Breast Unit è il risultato della delibera regionale nell’ambito del Dipartimento della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, prima in Italia a definire i centri di riferimento per tutte le patologie oncologiche. Dalla diagnosi al follow up, il Centro di senologia prevede la presa in carico di tutti i bisogni fisici e psicologici della donna affetta da una patologia complessa come il carcinoma mammario, grazie ad un team di specialisti dedicati, secondo i più alti standard europei, nell’intero percorso di malattia.

Una riorganizzazione, dunque, che oltre ad rispondere a una crescente richiesta di servizi in quest’ambito, è soprattutto il frutto di un ripensamento complessivo sulla patologia e sul rapporto che deve esserci tra medico e paziente.

“Le modalità di cura non vengono più considerate solo dal punto di vista delle esigenze aziendali, ma l’iter terapeutico, anche nei suoi aspetti ambientali, è rivolto alle esigenze della paziente, per semplificare ed in qualche modo ‘alleggerire’ il suo percorso di cura – confermano Airoldi e Ciuffreda – Un’unione di competenze e figure che non può prescindere dalle Associazioni di volontariato (RAVI- Ricominciare a Vivere-; GADOS, Gruppo Assistenza Donne Operate al Seno; ANDOS, Associazione Nazionale Donne operate al seno), che condividono la quotidianità dell’iter terapeutico delle pazienti supportandole in ogni momento, e naturalmente delle infermiere, a garanzia di una continuità assistenziale alla paziente che, dopo l’intervento chirurgico, deve affrontare una fase molto critica nel percorso della malattia”.

Ripensare l’approccio alla patologia significa anche considerare che più di 8 donne su 10 potranno pensare ad una vita libera da malattia e quindi è necessario avere una visione globale della vita complessa, ma lunga, di queste donne, focalizzandosi ovviamente sugli aspetti di cura e sempre più sul corretto stile di vita da seguire.

“All’interno di questa nuova struttura – proseguono i due clinici – è possibile infatti seguire corsi sull’alimentazione e sull’attività fisica; su quello stile di vita sano che dovrebbe essere proprio di tutte le pazienti ed è fondamentale in tutti i tipi di tumore, ma soprattutto in questo. La donna vive la patologia mammaria con un profondo e comprensibile turbamento relativo anche all’aspetto estetico: impostare già durante le cure un progetto di vita post-trattamento e poter offrire questo servizio nello stesso ambiente in cui viene sottoposta alla terapia rappresenta ovviamente un valore aggiunto importantissimo, soprattutto se questo ambiente si presenta piacevole, colorato ed accogliente” concludono i medici.

Concludendo, un progetto che ‘guarda lontano’. Si tratta infatti di un investimento straordinario per l’Azienda e tutta la Città: una volta sperimentato, questo pool di medici, infermieri, amministrativi, costituirà un modello operativo di Breast Unit che avrà come obiettivo principale il nuovo Parco della Salute, il progetto più ambizioso per la Città di Torino, al quale proporrà un nuovo assetto organizzativo all’avanguardia sia sotto l’aspetto della ricerca clinica, sia sotto quello dei valori che vi sono sottesi, con la collaborazione tra équipe medica e professionisti che si occupano di ricerca clinica e di base.

fonte: ufficio stampa

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