Immunoterapia, la nuova frontiera per la cura dei tumori. Come funziona e in quali casi

Una terapia che rappresenta una rivoluzione senza precedenti nella cura del cancro, apre la nuova stagione dei Martedì Salute. 5 oncologi di fama nazionale rispondono al pubblico su immunoterapia: appuntamento il 14 febbraio alle ore 10.00, presso la GAM di Torino in Corso Galileo Ferraris 30 (ingresso libero, fino esaurimento posti)

gruppo-medici-ospedaleTorino, 10 febbraio 2017 – Una profonda trasformazione nella cura dei tumori, mirata a rafforzare il sistema immunitario dei malati, che in dieci anni di sperimentazione ha dato risultati molto incoraggianti consentendo un miglioramento significativo della sopravvivenza e della qualità di vita; autorevoli specialisti di oncologia che spiegano, in modo facilmente comprensibile, come e in quali casi funziona l’immunoterapia; la possibilità di confrontarsi con loro attraverso domande.

Questa è l’importante opportunità che qualifica il primo degli incontri aperti al pubblico dei Martedì Salute per il 2017, organizzati dall’Associazione Educazione Prevenzione e Salute, il 14 febbraio alle ore 10 (ingresso libero fino esaurimento posti) presso la GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino in corso Galileo Ferraris 30, dal titolo “Nuove terapie per i tumori: l’immunoterapia”.

In breve, non è più il farmaco ad agire direttamente contro la malattia, ma è il nostro sistema immunitario a combattere il cancro con l’aiuto del farmaco. L’immunoterapia si è dimostrata agli inizi efficace nel melanoma ed ora è utilizzata nelle neoplasie polmonari, ematologiche, urologiche, testa-collo.

I relatori che tratteranno il tema e dialogheranno su esperienze, risultati, attese da questa terapia innovativa sono i professori: Massimo Aglietta, Specialista in Oncologia, Università di Torino Istituto di Candiolo IRCCS; Oscar Bertetto, Specialista in Oncologia, AOU Città della Salute e della Scienza, presidio Molinette; Mario Boccadoro, Specialista in Ematologia, Università di Torino AOU Città della Salute e della Scienza, presidio Molinette; Silvia Novello, Specialista in Oncologia, Università di Torino AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano; Dario Sangiolo, Specialista in Oncologia, Università di Torino Istituto di Candiolo IRCCS.

Nell’occasione sarà presente per la Regione Piemonte, che patrocina l’incontro, l’Assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta. “Il Piemonte è stata la prima regione italiana ad individuare, nell’ambito del proprio Dipartimento di rete oncologica, i Centri di riferimento per la cura delle singole patologie tumorali – ricorda l’assessore – Questo significa fornire ai malati oncologici le risposte più appropriate, assicurando la qualità delle prestazioni e la presa in carico in tutto il percorso di cura. Allo stesso tempo, l’istituzione dei Centri di riferimento ci permette di utilizzare al meglio le risorse per la lotta contro il cancro, rendendo possibile una programmazione efficiente, valorizzando le competenze disponibili, evitando duplicazioni di servizi e di apparecchiature, decongestionando l’accesso alle cure ospedaliere”.

Cos’è l’immunoterapia, come funziona e in quali casi
Fino ad oggi, le terapie oncologiche miravano a colpire la cellula tumorale, ottenendo risultati clinici non sempre soddisfacenti: l’immunoterapia interagisce direttamente con il sistema immunitario, attivandolo per combattere il cancro. Come spiega il prof. Oscar Bertetto: “Il tumore produce una sostanza in grado di bloccare il sistema immunitario, di anestetizzarlo. Con questi farmaci riusciamo ad ottenere lo sblocco, cioè a neutralizzare tale sostanza”.

La sperimentazione è iniziata con il primo farmaco immuno-oncologico, l’ipilimumab, attivo nel trattamento del melanoma avanzato, dando una speranza di sopravvivenza a pazienti che prima dell’avvento dell’immuno-oncologia ricevevano prognosi infauste a breve termine.

Dopo questo successo è arrivato dalla stessa azienda il secondo farmaco immuno-oncologico, il nivolumab, destinato al trattamento di diversi tipi di tumori. E sono state recentemente approvate – o sono in corso di approvazione – altre molecole con lo stesso meccanismo d’azione.

Va ricordato che inizialmente è stato sperimentato su pazienti che non avevano risposto adeguatamente ad altri tipi di trattamento (chemio e radioterapia), mentre nel melanoma è già prescrivibile come terapia di prima scelta.

“Dopo anni di sperimentazione – spiega il prof. Massimo Aglietta – l’immunoterapia è diventata parte integrante dei programmi terapeutici oncologici, in quanto consente il controllo della progressione neoplastica con un miglioramento significativo della sopravvivenza e della qualità di vita. La prima patologia in cui ha dimostrato efficacia è stato il melanoma dove sono possibili remissioni di lunga durata della malattia avanzata. Dopo questi risultati positivi la sperimentazione clinica è stata estesa ad altre patologie. Trattamenti immunoterapici sono ormai utilizzati nelle neoplasie polmonari, ematologiche, urologiche, testa-collo…”

Un cambio di prospettiva nell’approccio alla malattia
“Non siamo solo di fronte a nuovi farmaci – sottolinea il prof. Dario Sangiolo – ma a un cambio di prospettiva nell’approccio alla patologia. Finora abbiamo cercato di colpire il tumore con i farmaci, adesso cerchiamo di allearci con il sistema immunitario, facendogli riacquisire quella capacità antitumorale che ha perso per svariati fattori. E’ indubbio che ci sia entusiasmo sui risultati clinici ottenuti, ma bisogna mantenere lucidità, non passare dall’entusiasmo all’illusione; è un percorso affascinante, tuttavia dobbiamo ricordare che siamo all’inizio: probabilmente il meglio deve ancora venire”.

Terapia efficace nel tumore al polmone
Una reale speranza per uno dei tumori più diffusi: in Piemonte ogni anno ci sono circa 3.000 nuove diagnosi di tumore al polmone. “Per il paziente affetto da questa patologia, l’immunoterapia è (e per alcuni diventerà) un’arma terapeutica aggiunta a quelle già esistenti e in alcuni casi andrà a sostituire la chemioterapia –afferma la prof.ssa Silvia Novello – Sul tumore polmonare a istologia squamosa e, in particolar modo, su quelli in soggetti fumatori, è stata una rivelazione avere dei farmaci che funzionassero, e con una buona tollerabilità, come l’immunoterapia”.

Guarigioni nei casi di linfomi
Qui i dati sono molto positivi. “In ematologia il trattamento immunoterapico è presente da svariati anni – spiega il prof. Mario Boccadoro – ma recentemente, con l’introduzione di nuovi anticorpi monoclonali, si è nettamente migliorata la prognosi di malattie come linfomi e mielomi: nel primo caso portando una fetta considerevole di pazienti alla guarigione, nel secondo prolungando nettamente la sopravvivenza”.

Vi sono effetti collaterali?
Purtroppo nessun farmaco è privo di effetti collaterali, e quelli immunoterapici non fanno eccezione. Per questo motivo devono essere utilizzati con attenzione, monitorati e somministrati da specialisti.

Dove sottoporsi all’immunoterapia?
Solo lo specialista può decidere se il paziente è candidabile a questo tipo di terapia. Decisione che si basa sui parametri fissati dal Ministero della Salute e dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). L’obiettivo principale è di renderla disponibile ai pazienti che ne abbiano diritto per finalizzare un importante beneficio clinico. In Piemonte, così come in tutto il territorio italiano, solo alcuni centri effettuano questa terapia. Con una delibera regionale si è deciso, per ciascuna patologia tumorale, di individuare i centri che possano trattarla (Centri di Riferimento).

La Rete Oncologica assume, in questo senso, un’importanza fondamentale, come spiega il coordinatore del Piemonte Oscar Bertetto: “Il ruolo della rete è garantire equità e tempestività di accesso alle cure, qualità delle prestazioni assicurata dai centri di riferimento, appropriatezza prescrittiva per garantire la sostenibilità, individuazione del reale valore innovativo del trattamento proposto, diffusione della conoscenza dei possibili effetti collaterali e monitoraggio nella popolazione della conferma dei dati ottenuti”.

fonte: ufficio stampa

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