Immunoterapia dei tumori. Nuovi bersagli, combinazioni di farmaci e terapia su misura, le frontiere per risultati migliori

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Esperti a confronto sull’immunoterapia del cancro: al via domani a Siena il Meeting internazionale “Cancer Bio-Immunotherapy in Siena” organizzato dalla Fondazione NIBIT – Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori in occasione del XIV Congresso NIBIT. Al centro dei lavori le nuove frontiere della ricerca di base, clinica e traslazionale sull’immuno-oncologia: la scoperta di nuovi bersagli immunoterapici, di nuove molecole, che possono essere utilizzate in combinazione per massimizzare l’efficacia, e la personalizzazione della terapia. Si farà il punto sui risultati ottenuti finora e ottenibili in futuro con l’immunoterapia nel trattamento di diverse forme tumorali: non solo melanoma, ma anche mesotelioma, tumore del polmone e della mammella, e, per la prima volta, linfomi. L’Italia si conferma capofila mondiale nella ricerca sull’immunoterapia dei tumori

gruppo-medici-ospedaleSiena, 12 ottobre 2016 – Siena per tre giorni capitale mondiale dell’immunoterapia dei tumori: la città toscana, epicentro dell’eccellenza italiana in questo approccio terapeutico innovativo, considerato il “quarto pilastro” della lotta contro il cancro, ospiterà da domani fino al 15 ottobre il Meeting internazionale “Cancer Bio-Immunotherapy”, organizzato dalla Fondazione NIBIT – Network Italiano per la Bioterapia dei tumori in occasione del XIV congresso nazionale del NIBIT, che riunisce i maggiori esperti italiani e internazionali per discutere gli ultimi dati clinici e pre-clinici ed aggiornarsi sulla vasta panoramica dei più recenti risultati nel campo dell’immunoncologia.

Temi principali: la comprensione sempre più profonda, attraverso la ricerca di base, di come il sistema immunitario interagisca con il tumore, per intervenire in modo mirato nel potenziare questa interazione; la selezione dei pazienti che rappresentano i migliori candidati all’immunoterapia e la personalizzazione della terapia; la scoperta di nuovi “bersagli” immunoterapici e l’arrivo di nuove molecole in sperimentazione anche in Italia; la nuova frontiera della combinazione dei farmaci immunoterapici, utilizzati in coppia o in sequenza per migliorare l’efficienza delle singole molecole.

“Il Meeting sarà incentrato sullo stato dell’arte dell’immunoterapia del cancro – afferma il Presidente della Fondazione NIBIT Michele Maio, direttore della U.O.C. Immunoterapia Oncologica della Azienda Ospedaliera Universitaria Senese – in questo campo la ricerca sta facendo molto per continuare a comprendere fino in fondo i meccanismi che regolano l’interazione fra il tumore e il sistema immunitario, che è l’unica strategia per migliorare sempre di più l’efficienza di questo approccio terapeutico. L’immunoterapia sta ottenendo risultati nel trattamento di diversi tipi di tumore, non si parla più solo di melanoma, ma anche di tumore del polmone, di mesotelioma, di diversi altri tipi di neoplasia. Lo sviluppo più interessante in questo senso è che ci sono risultati non solo nei tumori solidi ma anche nei tumori ematologici come ad esempio nei linfomi”.

Tra le sessioni del Meeting, ce ne sarà una dedicata interamente al trattamento con l’immunoterapia del mesotelioma, patologia tumorale rara legata all’esposizione all’amianto, con un’incidenza in costante aumento e un picco massimo atteso da qui a 5-10 anni. Al momento per questo tumore non vi sono farmaci efficaci in grado di migliorare a lungo termine la sopravvivenza dei pazienti affetti da questa patologia.

“Abbiamo voluto dedicare un’intera sessione al mesotelioma – dice Michele Maio – perché per questo tipo di tumore sono in corso e in partenza diversi studi che sperimentano nuovi tipi di farmaci immunoterapici, anche utilizzati in combinazione. Quindi possiamo affermare che ci sono buone prospettive di riuscire ad avere, nei prossimi 2 o 3 anni, delle terapie efficaci per il trattamento del mesotelioma”.

La Fondazione NIBIT ha avviato proprio per il mesotelioma lo studio clinico NIBIT-Meso-1, presentato in anteprima mondiale al congresso ASCO di Chicago lo scorso giugno, che associa due anticorpi immunomodulanti che, in maniera diversa, inviano segnali attivatori alle cellule del sistema immunitario per renderlo più reattivo contro il tumore. L’arruolamento dello studio è stato appena concluso e nei prossimi mesi si attendono i primi risultati.

L’associazione di due o più farmaci immunoterapici è la grande innovazione che in un futuro non troppo lontano potrà contribuire a massimizzare l’efficacia di queste molecole, anche personalizzando la terapia. “Il parco dei farmaci per l’immunoterapia dei tumori si sta ampliando, alcune di queste terapie sono già disponibili, altre in sperimentazione e altre ancora stanno entrando ora negli studi clinici; molecole diverse, che agiscono su bersagli diversi, ma sempre a livello del sistema immunitario, ‘stimolando’ fasi o componenti diversi del sistema immunitario. La strategia per il futuro, quindi, è quella di arrivare nel giro di qualche anno ad avere non più solo un bersaglio, o due bersagli, ma averne dieci. In questo modo si potrebbe arrivare a identificare nei tumori di tipo diverso, o nei pazienti che hanno caratteristiche biologiche e molecolari diverse, qual è il farmaco migliore, come facciamo già con la chemioterapia o con i farmaci biologici”, spiega Michele Maio.

È fondamentale in quest’ottica il contributo delle aziende farmaceutiche, che sempre più si stanno impegnando nella ricerca clinica sull’immuno-oncologia, e che al Meeting di Siena saranno presenti “in forze” in una sessione dedicata. Nell’immunoterapia dei tumori la ricerca clinica è solo, però, l’ultimo passo di un ampio percorso: la Fondazione NIBIT vuole ribadire in questa occasione l’importanza di ricerca di base e ricerca traslazionale, che permettono di indagare a fondo i meccanismi del sistema immunitario e trovare nuovi bersagli.

Lo farà premiando anche quest’anno i giovani ricercatori con i NIBIT Awards: tre assegni di ricerca di 2.500 euro destinati ai migliori progetti italiani ed europei di ricerca di base, clinica e traslazionale presentati da ricercatori under 40.

fonte: ufficio stampa

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