Fine vita, complessità dei bisogni e cure palliative

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Roma, 22 febbraio 2017 – Cure palliative, bioetica e assistenza: questi i temi del convegno “La complessità dei bisogni nella fase ultima della vita”, promosso dal Centro di Ateneo di Bioetica in collaborazione con il Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si terrà giovedì 23 febbraio 2017, alle ore 14.00, presso l’Aula Brasca del Policlinico Universitario A. Gemelli (Largo A. Gemelli, 8).

Il convegno sarà aperto dal Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, dal Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone e dal Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica, Adriano Pessina. Interverrà all’incontro Mario Melazzini, Direttore Generale dell’AIFA.

Fra i relatori si segnalano Marianna Gensabella, Ordinario di Filosofia morale dell’ Università degli Studi di Messina e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, Rodolfo Proietti, già Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione dell’Università Cattolica di Roma e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, Adriana Turriziani, Dirigente Medico Responsabile dell’Unità Operativa Semplice Assistenziale di Cure Palliative del Policlinico Universitario A. Gemelli, Pierangelo Lora Aprile, Responsabile dell’Area Cure palliative della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), e Francesca Moccia, Vice Segretario generale di Cittadinanzattiva.

L’evento sarà occasione d’incontro tra i professionisti della salute e i cittadini, per approfondire e accrescere la consapevolezza del valore e dell’importanza delle cure palliative e dell’assistenza alla persona che si trova nelle ultime fasi della propria vita.

“Le cure palliative – afferma il prof. Adriano Pessina, Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica – se applicate in un tempo appropriato, si sono dimostrate capaci di migliorare la qualità di vita del paziente e di contenere la sofferenza legata ai sintomi e per questo sono un tema di salute pubblica importante e complesso. La legge 38/10 ha di fatto obbligato il medico a prendersi cura del dolore e della sofferenza e rende le cure palliative sempre più accessibili poiché finalmente le riconosce come un diritto volto a tutelare la dignità della persona umana. Tutto questo costituisce un ulteriore e importante passo avanti, ma il sollievo del dolore e della sofferenza richiede competenze e qualità personali”.

“Occorre che si torni a pensare – conclude il prof. Pessina – che le fasi ultime della vita sono momenti significativi per la persona e per i suoi familiari: non c’è un tempo in cui non c’è più nulla da fare se sappiamo porre al centro dei processi di cura e assistenza la persona stessa, e non soltanto la sua patologia”.

fonte: ufficio stampa

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