ECMO respiratorio, i 5 anni di attività dell’ospedale Bambino Gesù

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L’Ospedale unico punto di riferimento pediatrico per il trasporto nel Centro e Sud Italia

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L’ambulanza della Rete Respira con le dotazioni ECMO offerte da Niccolò Fabi

Roma, 25 novembre 2016 – Oggi ha 10 anni e sta bene la bambina che 5 anni fa, nel febbraio 2011, ha ricevuto il primo intervento di ECMO respiratorio effettuato dall’equipe dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Si tratta di una complessa tecnica di circolazione extracorporea che in casi molto gravi sostituisce temporaneamente le funzioni di cuore e polmoni. Viene utilizzata in quei casi in cui la mortalità con trattamento standard raggiunge l’80%, riducendola a una forbice che varia da un minimo del 30% a un massimo del 46%. Da allora ne sono stati effettuati 91, di cui 35 respiratori e 56 cardiaci. Dal 2012 l’Ospedale è entrato a far parte delle Rete Nazionale Respira, istituita dal Ministero della Salute nel 2009. Si tratta dell’unico centro pediatrico di riferimento per il Centro e Sud Italia, abilitato sia per il trasporto ECMO su gomma che aereo. Se ne è parlato alla festa per i 5 anni di attività di ECMO respiratorio del Bambino Gesù presso l’Auditorium del Ministero della Salute alla presenza del sottosegretario Vito De Filippo, la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc e dei cantanti Niccolò Fabi ed Emma Marrone.

L’ECMO
L’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation) è una tecnica di circolazione extracorporea che permette la purificazione del sangue: aggiunge ossigeno e rimuove anidride carbonica, sostituendo la funzione respiratoria/cardiaca. Questa tecnica si utilizza quando il polmone e/o il cuore sono affetti da patologie severe, ma potenzialmente reversibili, che richiedono tempo per guarire. Quando il fattore tempo diventa una discriminante a causa delle precarie condizioni del paziente e non si può quindi aspettare, allora interviene l’ECMO. Questa tecnica sostituisce le funzioni d’organo affinché questi raggiungano la guarigione.

L’ECMO quindi non si usa per curare quanto piuttosto per gestire in maniera efficace l’insufficienza respiratoria/cardiaca neonatale e pediatrica grave (situazione clinica la cui mortalità prevista con trattamento standard raggiunge l’80%). La sopravvivenza dei pazienti neonati affetti da patologia respiratoria in ECMO nel 2016 è di circa il 70%, mentre si riduce al 54% per i più grandi. Risultati in linea con i migliori centri del mondo che effettuano ECMO respiratorio neonatale e pediatrico (ELSO Registry). L’ECMO è indicato in tutte quelle forme potenzialmente reversibili di insufficienza respiratoria/cardiaca in cui si prevede un recupero delle funzioni in circa 20-30 giorni di trattamento. L’insufficienza respiratoria neonatale e pediatrica rappresenta la causa principale di ricovero in terapia intensiva.

Le patologie gestite con l’ECMO respiratorio che riguardano l’ambito neonatale sono l’ipertensione polmonare, la sindrome da aspirazione di Meconio, l’ernia diaframmatica congenita. Quelle di interesse pediatrico sono invece le polmoniti batteriche e virali (H1N1 e simili), l’ARDS (acute respiratory distress syndrome) e le insufficienze respiratorie terminali in attesa di trapianto di polmone.

Il Bambino Gesù è centro di riferimento per l’ECMO respiratorio neonatale e pediatrico del Lazio e, dal 2014, è diventato coordinatore della formazione Europea per l’ECMO neonatale e pediatrico e parte attiva dell’EuroELSO, divisione europea dell’ExtraCorporeal Life Support Organization americana. Questa istituzione emana linee guida e mette in contatto centri ECMO condividendo obiettivi di ricerca, procedure e innovazioni su tematiche relative all’assistenza meccanica cardio-respiratoria.

Un team di esperti dedicato
La presa in carico del paziente in ECMO richiede un team dedicato con competenze specifiche nell’ambito della gestione avanzata dell’insufficienza cardiaca e respiratoria. Per questo motivo il Bambino Gesù ha creato un’apposita equipe per la gestione di questi pazienti. Il gruppo è composto da anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti e infermieri. Il tempo necessario all’attivazione della squadra è di 20 minuti durante le 12 ore diurne (08-20) e di 40 minuti durante le 12 notturne (20-08).

“Fare parte della Rete Nazionale Respira istituita dal Ministero della Salute rappresenta per noi un privilegio nonché un riconoscimento delle competenze per la gestione della patologia respiratoria pediatrica e neonatale ad alta complessità acquisite dai medici dell’Ospedale – spiega Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù – La rete respira è network costituito dai migliori Centri italiani che studiano e trattano con sistemi vitali avanzati l’insufficienza respiratoria acuta. Questa rete non solo permette l’assistenza dei pazienti con standard elevati di cura, ma ha come obiettivo principale la copertura di tutto il suolo italiano per le emergenze respiratorie e la centralizzazione dei pazienti critici”.

fonte: ufficio stampa

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