Dal guscio dei crostacei una nuova terapia per riparare le lesioni dei nervi

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Presto disponibili anche in Italia le protesi al chitosano, utili per 10mila casi di lesioni all’anno.

26-28 novembre: 26° Congresso Nazionale della Società Italiana di Microchirurgia

mela-in-manoTorino, 24 novembre 2015 – Dalla chirurgia plastica all’ortopedia, dalla otorinolaringoiatria alla chirurgia maxillofacciale fino alla cura delle lesioni nervose con protesi ricavate dal guscio dei crostacei. Ne discutono oltre 200 medici e ricercatori riuniti a Torino per il 26° Congresso Nazionale della Società Italiana di Microchirurgia, in programma dal 26 al 28 novembre al Museo dell’Automobile.

Un’occasione per la comunità dei microchirurghi italiani, insieme a numerosi ospiti stranieri, per confrontarsi sulle attuali prospettive d’impiego delle tecniche microchirurgiche in vari ambiti clinici e diverse specialità.

“La tecnica microchirurgica, grazie all’ausilio di mezzi ottici di altissima precisione, ha fatto passi da gigante negli ultimi 15 anni – spiega il dott. Pierluigi Tos, Presidente dalla Società Italiana di Microchirurgia e responsabile dell’Unità Operativa di Microchirurgia dell’ospedale CTO – Città della Salute e della Scienza di Torino – e permette oggi la ricostruzione ed il recupero funzionale di lesioni incurabili solo fino a pochi anni fa”.

Tra le innovazioni presentate al congresso, nel corso del simposio “Chirurgia e ricerca sul sistema nervoso periferico”, anche i primi risultati dei trials clinici sull’impiego di protesi nervose artificiali composte di chiosano, un biomateriale di origine naturale derivato dal guscio di crostacei. “Un evento particolarmente significativo, perché abbiamo presentato queste protesi per la prima volta proprio qui a Torino, due anni fa, in occasione del Simposio internazionale sulla rigenerazione nervosa” commenta il prof. Stefano Geuna, ricercatore del NICO, Istituto di Neuroscienze Cavalieri Ottolenghi e docente dell’Università di Torino.

“Gli eccellenti risultati delle analisi pre-cliniche condotte grazie al supporto di un finanziamento dalla Commissione Europea – continua il prof. Geuna, coordinatore per l’Italia del progetto europeo Biohybrid (che ha coinvolto imprese biotech e centri di ricerca di sei Paesi) – hanno permesso di ottenere in tempi rapidi l’autorizzazione all’utilizzo clinico delle protesi”. I primi risultati dei trials clinici, condotti in Germania, verranno presentati dal dott. Thomas Kremer.

Entro fine anno le “protesi” saranno disponibili anche in Italia e utilizzate dai microchirurghi del CTO della Città della Salute di Torino.

Incidenti sul lavoro, sulla strada o anche in casa: si stima siano oltre 200mila le lesioni all’anno in Europa. Una percentuale significativa – circa il 5-10%, pari a 10-20mila casi – potrebbe beneficiare di queste protesi che, fornendo alle fibre nervose un tunnel attraverso il quale ricrescere, assicurano un recupero funzionale dei nervi lesionati paragonabile a quello degli innesti autotrapiantati.

fonte: ufficio stampa

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