A Natale siamo tutti più felici? Non secondo la ricerca

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La Fondazione BRF Onlus riflette sui disagi collegati ai periodi di festa

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Prof. Armando Piccinni

Secondo numerose leggende metropolitane in prossimità delle feste aumentano i disturbi psicopatologici. Ma è davvero così? Una recente ricerca scientifica, pubblicata su Innovations in Clinical Neuroscience, attesta che effettivamente in prossimità del Natale l’umore generale peggiori e che il numero di decessi alcol-correlati aumenti. E in Italia? La Fondazione BRF ONLUS – Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze con sede a Lucca, il cui presidente è il prof. Armando Piccinni e la responsabile ricerche la prof.ssa Donatella Marazziti, ha riflettuto sull’argomento con il dott. Antonello Veltri, membro del comitato scientifico.

“Secondo il National Institute of Health – spiega Antonello Veltri, membro del comitato scientifico della Fondazione BRF Onlus – le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno caratterizzato da una elevata incidenza di depressione. Gli ospedali e le forze di polizia segnalano un’alta incidenza di suicidi e tentativi di suicidio. Gli psichiatri, gli psicologi e altri professionisti della salute mentale riportano un aumento significativo della frequenza con cui i pazienti lamentano sintomi depressivi. Una ricerca epidemiologica nordamericana ha riportato che il 45% degli intervistati era preoccupato di possibili flessioni del tono dell’umore durante le festività natalizie”.

Colpa forse del clima invernale e della riduzione della durata dell’esposizione alla luce solare, che aumentano l’incidenza del cosiddetto disturbo affettivo stagionale (SAD). “Alcune persone – continua il Dott. Veltri – provano sentimenti di tristezza, rabbia e insofferenza per l’eccessiva commercializzazione del Natale, per l’attenzione esasperata verso i regali e per l’enfasi dei media su relazioni sociali e familiari ideali che molti desiderano, ma non possiedono. Altri si deprimono perché il Natale è uno stimolo a rimuginare sull’inadeguatezza della propria vita, soprattutto in personalità con tendenza al vittimismo e all’autocommiserazione, confrontata con quella di altre persone che sembrano avere di più e fare di più. Altri ancora diventano ansiosi e preoccupati a Natale a causa della pressione, sia commerciale che auto-indotta, verso gli acquisti con il rischio di spendere un sacco di soldi per i regali e incorrere in debiti crescenti. Altri riferiscono di temere il Natale a causa dell’obbligo implicito di dover incontrare familiari, amici e conoscenti che, invece, preferirebbero evitare e non frequentare. Infine, molte persone si sentono sole a Natale perché hanno subìto la perdita di persone care o dei loro posti di lavoro”.

Nel caso in cui la tristezza mostri degli aspetti psicopatologici, una strada da seguire rapidamente, spiegano i membri del comitato scientifico della Fondazione BRF Onlus, è quella che porta a consultare un professionista qualificato (psichiatra, psicologo) affinché possa effettuare una corretta diagnosi e, se necessario, impostare un trattamento specifico. Inoltre, tra i suggerimenti per vivere al meglio il Natale e ridurre lo stress da festività sicuramente può essere importante decidere in anticipo un limite personale per quanto riguarda i soldi spesi per i regali e il numero di eventi sociali a cui partecipare.

“È utile poi – conclude il dott. Veltri – non accettare alcuna definizione ideale di Natale che i media cercano di imporre, abbassare le aspettative generali, mantenersi attivi e impegnati in modo da ridurre la tendenza a rimuginare”.

fonte: ufficio stampa

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